Nel 2022, sono state deposte 17 uova in totale, di cui 14 si sono schiuse. Due pulcini sono deceduti prematuramente nei giorni successivi la schiusa e/o prima della data d’involo (uno non inanellato presso il nido “Indiano” in Diaccia Botrona ed un altro – IHA – dopo l’inanellamento nel nido di Porto Conte in Sardegna). Di conseguenza, a fine stagione, si sono involati 12 giovani falchi da 6 nidi. In generale, un buon successo di giovani involati su uova deposte e schiuse. La stagione 2023 potrebbe portate ad un incremento se le coppie nei nidi di Capraia nel Parco Nazionale Arcipelago Toscano e Duna Feniglia all’Argentario portino a termine la stagione riproduttiva con uova e schiuse.
Nonostante le difficoltà imposte dalle restrizioni relative alla diffusione del virus COVID-19, anche quest’anno è stato possibile portare a termine il monitoraggio della popolazione nidificante di falco pescatore ed effettuare regolarmente tutte le operazioni di campo. Il 2021 ha portato alcune buone notizie. In totale, si sono riprodotte 7 coppie di falco pescatore di cui 6 in Toscana ed 1 in Sardegna. Sono state deposte 19 uova, se ne sono schiuse 14 ed 11 giovani si sono involati. Tre piccoli purtroppo sono deceduti prima dell’involo. Ma andiamo a vedere i dettagli di ogni coppia. La coppia sarda, formata da un maschio di origine Corsa e da una femmina di origine sconosciuta, si era già riprodotta con successo nel 2020 e quest’anno si è ripetuta dando alla luce 3 pulli che si sono involati in estate. Le altre coppie, come ogni anno sono state quelle di: Parco Regionale della Maremma (3 uova deposte, ma zero schiuse), le due della Riserva Naturale della Diaccia Botrona, rispettivamente con 4 uova deposte e 3 pulli all’involo per il nido “indiano” e 3 uova deposte ed 1 solo pulcino nato ma poi morto perché caduto dal nido, per il nido “centrale”. Nelle oasi WWF invece, a sud la coppia di Orbetello ha deposto 3 uova da cui si sono involati 3 bellissimi giovani, mentre a nord la coppia di Orti-Bottagone ha deposto 3 uova da cui si sono involati 2 giovani. La settima coppia è una NEW ENTRY del 2021. Per la prima volta dopo oltre 50 anni di assenza, la specie è tornata a nidificare anche nell’Arcipelago Toscano e più precisamente nell’isola di Capraia. La coppia inesperta, alla sua prima esperienza riproduttiva, ha deposto 3 uova che purtroppo non si sono schiuse. Ciononostante, la notizia fa ben sperare per gli anni futuri. La speranza è quella che possano involarsi dei nuovi falchi pescatori anche da qui! Bisogna aggiungere che al Parco della Maremma, ad inizio primavera, un’altra coppia formata dal nostro caro e vecchio (15 anni) Indy ed una femmina di origine sconosciuta, hanno provato ad accoppiarsi e a mettere su casa senza però deporre alcun uovo. Chissà che il 2022, non ci regali un’altra sorpresa ?! Ma che fine hanno fatto i giovani falchi involatisi alla fine dell’estate? Quest’anno è stato possibile monitorare con i GPS satellitare 6 degli 11 individui che si sono involati. Brandy da Orti-Bottagone si è spostato nel sud della Francia presso le saline d’Hyères dove è ancora attualmente. Suo fratello Balù, è stato invece recuperato in Sicilia in evidentemente stato di deperimento a causa di una frattura agli arti che non gli permetteva di pescare efficientemente. Da lì è stato poi trasportato ad un centro di riabilitazione ove purtroppo è deceduto poco dopo il ricovero. Iapichino dal nido dell’indiano è morto poco lontano dal nido in Diaccia. Suo fratello Idem ha invece raggiunto con una lunghissima migrazione l’Africa sub-sahariana e più precisamente il Gambia dove però abbiamo perso sue tracce in Novembre a causa di una scarsa copertura del segnale. Omnia ed Orey, i due fratelli di Orbetello hanno avuto due sorti diverse. Il primo sta trascorrendo l’inverno nelle pescose saline di Trapani, nella Sicilia Occidentale, mentre Orey partito in migrazione in Agosto ha conosciuto la fine dei suoi giorni dopo pochi chilometri di volo. E’ stato infatti ritrovato folgorato sotto una linea della media tensione presso Bracciano, nel Lazio. Non abbiamo potuto far altro che registrare il dato e recuperare lo strumento.
Le coppie che abbiamo sono 5: Parco regionale della Maremma, Riserva naturale regionale Diaccia Botrona (2), Oasi WWF di Orbetello e Orti Bottagone. Le uova deposte sicuramente quest’anno sono 13: 3 Parco Maremma 7 Diaccia Botrona (4+3), 3 Orbetello. Su queste abbiamo il dato preciso perché su tutti e 4 i nidi sono istallate telecamere. Sulla coppia Orti Bottagone abbiamo dati più incerti perché sembrerebbe aver deposto, ma su questo non abbiamo certezze in quanto eravamo in pieno periodo di lockdown e le osservazioni erano problematiche, fatto è che se anche avesse deposto non ha portato a termine la nidificazione per motivazioni sconosciute (predazione delle uova?); la coppia è comunque rimasta in zona. Delle 13 uova se ne sono schiuse 9 (2 Maremma 4 Diaccia Botrona (2+2), 3 Orbetello) e questo dato eguaglia il record stabilito lo scorso anno (verificate). Purtroppo 4 pulli sono morti: tutti e tre quelli di Orbetello e uno dei due del centrale nella Diaccia Botrona. I primi due di Orbetello per cause sconosciute in quanto c’è stato un blackout del sistema di telecamere, mentre il terzo ha tentato un involo forse troppo presto ed è rimasto sul terreno e poi probabilmente predato da una volpe in quanto abbiamo trovato i resti a un centinaio di metri dal nido. Quello del centrale invece è caduto dal nido a pochi giorni dalla schiusa. I cinque invece che si sono involati regolarmente erano tutti animali in ottima salute ed in particolare i due del Parco della Maremma erano tra i più bei giovani che abbiamo inanellato e dotati di gps in questi anni in Maremma (oltre 40). Attualmente “Misti” dopo un’itinerario verso nord che l’ha portato ad attraversare la Toscana, la Liguria, la Provenza, si è fermato a sud di Tolosa per circa un mese e da qualche giorno è ripartito superando i Pirenei, a oltre 2000 mt di altezza: ha attraversato tutta la Spagna, lo stretto di Gibilterra e ora si trova lungo la costa del Marocco, continuando a volare a sud, una rotta da falco britannico o nordico più che da mediterraneo. L’altro nato in Maremma, “Mauna Loa”, ha invece seguito una rotta più classica andando verso sud fino alla Calabria per poi risalire e fermarsi al lago di Occhito tra il Molise e la Puglia. Invece “Cotopaxi”, nato nel nido Centrale della Diaccia Botrona, sempre andando a sud si è fermato all’oasi WWF di Persano in provincia di Salerno, come prima di lui hanno fatto altri giovani nati in Maremma. “Infiernillo”, anche lui nato in Diaccia Botrona sul nido Indiano, invece è andato sparato in Sicilia e si è posizionato sul lago Trinità in provincia di Agrigento, anche questa una località già utilizzata da altri giovani maremmani nel primo anno di vita. Poi come tutti gli anni ne abbiamo uno un po’ “bamboccione” che quest’anno è “Imbabura” che frequenta ancora prevalentemente la Diaccia Botrona, anche se ogni tanto fa qualche escursione, ma senza esagerare…